Recensioni

 


 

 

Solo ora, in occasione di questo nuovo lavoro di Franco Picciafoco, avverto urgente la voglia di parlare di lui, non tanto per un apprezzamento critico letterario o per una valutazione di tipo fotografico, cose delle quali peraltro non avrei la capacità, quanto piuttosto per esaltare agli occhi di chi legge lo straordinario percorso umano e spirituale di questo artista, l’enorme impatto visivo ed emotivo che riesce sempre a trasmettere con la semplicità tipica della persona speciale.

Chi lo conosce sa che non ha mai badato troppo alle regole, che gli schemi tecnici non hanno mai limitato la sua fantasia e che con la fotografia non ha mai voluto rappresentare ciò che appare bello o piacevole allo sguardo, ma solamente esternare la sua dilagante interiorità, dialogare con il prossimo in una lingua diversa, più affine al suo sentire.

In questo lavoro si è spinto ancora oltre, ha avuto il coraggio di usare il mezzo fotografico che, nell’accezione del termine documenta la realtà, riproduce fedelmente ciò che l’occhio vede, per testimoniare un cammino dell’uomo che non è semplice evoluzione storica e fisica ma diviene sogno di un’ascesi  spirituale.

Cosa succede dopo la fine terrena?

Che ne è del nostro bagaglio di esperienze, passioni, valori e sentimenti?

Molto umilmente, senza la pretesa di atteggiarsi a novello filosofo ma senza mai scadere nella banalità, Franco ha tirato fuori, con questo viaggio attraverso il nostro ignoto, ciò che da sempre ha elaborato nell’intimo; ha voluto condividere in maniera assolutamente poetica, con immagini che rapiscono l’occhio e la mente per arrivare dritte al cuore, il suo personale messaggio di speranza, la sua visione di un “dopo” possibile dove l’amore di cui l’uomo è intessuto non viene disperso ma solo trasformato per creare nuova vita, in questo ciclo cosmico, in questa eternità di cui tutti noi siamo protagonisti.

 

 

                                                                                                       Rita Cipriani

 

 

Il racconto di una tensione spirituale propria dell’uomo che si spinge sempre oltre per cercare di superare nuovi ostacoli e colmare gli spazi che l’evoluzione naturalmente pone sul cammino. Un’umanità che fa della tecnologia-unico mezzo per affrontare le fatiche del “cammin di vita”-il suo dio, relegando il bisogno di spiritualità a momenti bui e difficili. Questo è il percorso che Franco Picciafoco ci presenta attraverso il suo lavoro intimista e smascheratore di un sentimento di onnipotenza che permea la società moderna. Un percorso che si candida a divenire la strada da seguire. Un percorso suggerito attraverso un iter fotografico che, spogliandosi delle regole e delle convenzioni, suggerisce un’ascesa spirituale per mondare la corruzione, spesso protagonista della moderna società arrivista.

Un lavoro profondo e maturo che si incastona perfettamente nel progetto di ricerca e analisi che il nostro Assessorato a dedicato allo studio della città intesa come campo d’ azione di un’umanità in continua evoluzione, ben rappresentata dalle fotografie di Picciafoco che immortala la serenità e l’attesa del passato contrapponendola ai fermenti e le tensioni del presente. Una lettura tematica, e filosofica, una sorta di filtro attraverso cui incanalare e concentrare energie e riflessioni, per mostrare e capire cosa realmente pensiamo di noi stessi. Il soggetto prescelto per questo corale pensiero è quindi la “città”, il palcoscenico in cui tutti recitiamo la nostra quotidiana commedia, l’ambiente più ambiguo e caotico che l’umanità abbia mai prodotto.

                                                                 

                                                                                                     Andrea Cernicchi

 

 

 

H.Mancuse nella sua "La dimensione estetica", scriveva che il mondo che l'arte

sottende non è mai quello della realtà quotidiana, ma neppure è un mondo fantastico o illusorio,nulla contiene che non si trovi anche nella realtà: azioni, pensieri, sentimenti e sogni, potensialità umane e naturali.

E' così che le immagini di Franco Picciafoco attingono la vena artistica all' universo del sogno, del fantastico, oltrepassando i limiti della realtà, seguendo alcune caratteristiche tipiche della surrealtà fotografica.

E un percorso del genere non poteva trovare sbocco migliore in Picciafoco che rappresenta l'indeterminato, il futuro come il passato, il conscio come l' incoscio.

Egli "costruisce" le immagini come dipingendo, aggiungendo la sua sensibilità ed il suo gusto, approdando a risultati apprezzabilissimi.

Dei suoi lavori mi è piaciuto parlarne, guardarli e riflettere e, così come hanno catturato me sono certo cattureranno anche coloro che, forse distrattamente vi porranno lo sguardo.

 

                                                                                                            Rino Di Maio

 

 

 

 

Bello sì.....

 

Proprio bello ed evocativo questo libro fotografico di Franco Picciafoco, con il contributo di profondi e preziosi pensieri di Rita....Da meditare con attenzione.

E’ chiaramente il prodotto – insieme ispirato e raffinatamente artigianale – di un artista “vero”. Che per produrre Arte usa con maestria ed intuito un mezzo moderno, apparentemente freddo e tecnologico... Ma dalle insospettate qualità multidimensionali.

Come si riconosce l’Arte, nella sua vera funzione?

 Quando diventa ponte tra la visione sensoriale del mondo e la sua dimensione spirituale. Tra quello che percepiamo con i nostri sensi e quello che solo l’anima e lo spirito possono vedere oltre la materia. Quando è capace di evocare nelle esperienze materiali evidenti tracce di quel mondo spirituale che è la nostra vera patria.

Quasi dimenticata dagli uomini....

L’Arte di questo libro è capace di far vibrare dentro di noi le corde profonde della grande nostalgia per l’altra dimensione...rendendo evidente come questa si affacci attraverso le immagini della vicenda umana.... Ovunque e comunque essa si dispieghi....

Foto di un mondo fisico che attraverso la bellezza trasuda Spirito.

Come le immagini nell’anima dei veggenti...

 

                                                                                                  Fausto Carotenuto

 

 

 

 

Con l’artista Franco Picciafoco mi lega un’amicizia ventennale. Pure non essendo un esperto d’arte, ma solo appassionato, mi sento onorato e provo un immenso piacere nel presentare questa nuova ricerca. Ricerca...si, meglio opera d’arte. Picciafoco che nel prosieguo del testo, per abbattere il Lei distante e consentire una familiarizzazione, chiamerò Franco, ha in sé tutte le caratteristiche dei grandi artisti antichi e moderni: i lunghi momenti di silenzio, di meditazione, di profonda analisi della realtà e di sapiente trasferimento dei messaggi “inascoltati” della vita quotidiana in immagini. I contorni di bellezza e le varie sfumature interpretative dei lavori di Franco non sfuggono né ad un osservatore acuto né ad uno sguardo “indifferente” di un cittadino non interessato all’arte. In questo documento Franco ci regala dei percorsi in evoluzione, scioglie i drammi della vita e dà speranza, dà visione positiva e ottimista all’esistenza. Si ribella attraverso le opere, come è nella sua natura, ai mali della società, alle forme di violenza, di solitudine diffusa, all’esclusione dei deboli. Per tutti, come lo scorrere delle pagine ci offre, Franco vede la possibilità di una rinascita, di un riscatto. La vittoria del bene sul male, la speranza di una visione positiva delle cose, il superamento degli elementi di negatività, l’attenzione agli interessi generali, ai problemi della collettività; una società pronta a rinascere con meno individualismi, meno egoismi e che reagisce ai modelli freddi, passivi, illusionisti della televisione e del computer... sono passaggi esplorativi in varie parti del libro.

C’è un’immagine molto significativa dove da un lato “leggo” un’autobiografia di Franco immerso nell’osservazione della società e dall’altro vedo un Padre protettore che veglia su di noi pronto a venire in soccorso, a dare una mano per risollevarci, per liberarci!

 

 

 

                                                                                    Dramane  Waguè “Diego”    

                                                              Scrittore-Mediatore Culturale-Formatore         

 

 

 

Chiaroscuri illuminanti, testi ardui, suoni accattivanti, usati da Franco Picciafoco e Rita Cipriani, sono finalizzati alla riscoperta dell’uomo e del suo ambiente. Ricercare noi stessi in una dimensione di silenzio che ormai ci è diventato tanto estraneo, serve a recuperare un rapporto autentico e primordiale con la natura, nella contemplazione di ciò che ci circonda e talvolta ci invade.

Ritrovare noi stessi è l’azione indispensabile per comunicare con gli altri e per interrogarci sull’origine, scopo e destino della nostra esistenza, cercando di privilegiare l’essere sull’avere, vincendo l’atrofia del cuore, provocata da un crescente senso del materialismo.

Il pensiero di Picciafoco e Cipriani è velato di sottile pessimismo e di poetica nostalgia, aperto però ad una fiducia nella possibilità di recupero della vera identità dell’uomo.

Ho letto e visto la produzione di questi autori, mi ha incuriosito, mi ha intrigato, mi è piaciuta. Auguro quindi il meritato successo e notevole diffusione. 

 

                                                                                      Giovanni Battista Tiacci

 

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